L'amianto, o asbesto, è un minerale naturale a
struttura fibrosa appartenente alla classe chimica dei silicati e alle serie
mineralogiche del serpentino e degli anfiboli.
E' presente naturalmente in molte parti del globo
terrestre e si ottiene facilmente dalla roccia madre dopo macinazione e
arricchimento, in genere da miniere a cielo aperto.
Per la normativa italiana sotto il nome di amianto
sono compresi i seguenti 6 composti:
Crisotilo: amianto di Serpentino
Amosite, Crocidolite, Tremolite, Antofillite,
Actinolite: amianti di Anfibolo.
L'amianto resiste al fuoco e al calore, all'azione
di agenti chimici e biologici, all'abrasione e all'usura.
La sua struttura fibrosa gli conferisce una notevole
resistenza meccanica ed una alta flessibilità.
E' facilmente filabile e può essere tessuto.
E' dotato di proprietà fonoassorbenti e
termoisolanti.
Si lega facilmente con materiali da costruzione
(calce, gesso, cemento) e con alcuni polimeri (gomma, PVC).
Per anni è stato considerato un materiale estremamente
versatile, a basso costo, con estese e svariate applicazioni industriali,
edilizie e in prodotti di consumo.
Nei manufatti contenenti amianto le fibre possono
essere libere o debolmente legate e si parla in questi casi di amianto
friabile; oppure possono essere fortemente legate in una matrice stabile e
solida come il cemento-amianto (ad esempio, eternit) o il vinil-amianto (ad
esempio, linoleum): si parla in questo caso di amianto compatto. L’amianto
friabile è riconoscibile perché può essere facilmente frantumato con la sola
pressione delle dita.
La consistenza fibrosa è alla base delle proprietà
tecnologiche ma anche delle proprietà di rischio essendo essa causa di gravi
patologie a carico prevalentemente dell'apparato respiratorio.
La pericolosità deriva dalla capacità che i
materiali di amianto hanno di rilasciare fibre potenzialmente inalabili ed
anche dalla estrema suddivisione cui tali fibre possono giungere.
Per dare una idea della estrema finezza delle
stesse, basti pensare che in un centimetro lineare si possono affiancare 250
capelli umani, 1300 fibre di nylon o 335000 fibre di amianto.
Non sempre l'amianto è pericoloso: lo è sicuramente quando può disperdere le sue fibre nell'ambiente circostante per effetto di qualsiasi tipo di sollecitazione meccanica, eolica (vento), da stress termico, dilavamento di acqua piovana.
Per questa ragione il cosiddetto amianto friabile che cioè si può ridurre in polvere con la semplice azione manuale è considerato più pericoloso dell'amianto compatto che per sua natura ha una scarsa o scarsissima tendenza a liberare fibre.
L'amianto nella storia
Dall'antichità fino all'epoca moderna, l'amianto è
stato usato per scopi "magici" e "rituali". I Persiani e
anche i Romani disponevano di manufatti in amianto per avvolgere i cadaveri da
cremare, allo scopo di ottenere ceneri più pure e chiare. Una credenza popolare
diceva che l'amianto fosse la "lana della salamandra", l'animale che
per questo poteva sfidare il fuoco senza danno.
Marco Polo ne “Il Milione” sfata questa leggenda e
racconta che nella provincia cinese di Chingitalas, filando questo minerale si
otteneva un tessuto impiegato per confezionare tovaglie.
Risale al '600 la ricetta del medico naturalista
Boezio che dimostra l'uso dell'amianto nelle medicine dell'epoca.
"Dall'asbesto si fa spesso un unguento
miracoloso per il lattime e per le ulcerazioni delle gambe. Si prendono quattro
once di asbesto, due once di piombo, due once di ruta e vengono bruciate,
quindi ridotte in polvere vengono macerate in un recipiente di vetro con
l'aceto ed ogni giorno, per una volta al giorno, per un mese l'impasto viene
agitato; dopo un mese si deve far bollire per un'ora e lo si lascia riposare
finchè non diventi chiaro: poi si mescola una dose di codesto aceto bianco con
una ugual dose di olio di rosa finchè l'unguento sia ben amalgamato: allora si
unge tutto il capo del fanciullo per farlo rapidamente guarire: per la scabbia
e le vene varicose le parti vengono unte al tramonto finchè non sopravvenga la
guarigione. Se questo minerale viene sciolto con acqua e zucchero e se ne
somministra una piccola dose al mattino tutti i giorni alla donna quando ha
perdite bianche, guarisce subito".
L'amianto è rimasto presente nei farmaci sino ai
recenti anni '60 per due tipi di preparati: una polvere contro la sudorazione
dei piedi ed una pasta dentaria per le otturazioni.
La prima utilizzazione dell'amianto da parte
dell'industria risale agli ultimi decenni dell'800. L'incremento
nell'estrazione e nell'impiego (e quindi nel suo accumulo progressivo
nell'ambiente di vita e di lavoro) è ben illustrato dalla seguente tabella
proposta da I. J. Selikoff e che riguarda la situazione degli Stati Uniti
d'America.
Il consumo è espresso in tonnellate, la prima cifra
si riferisce al consumo nel decennio, la seconda cifra dà il valore cumulativo
dei consumi a partire dal primo decennio considerato.
1890-1899 64.500 64.500
1900-1909 265.000 329.500
1910-1919 986.000 1.316.000
1920-1929 1.995.500 3.315.000
1930-1939 1.880.000 5.195.000
1940-1949 4.654.000 9.849.500
1950-1959 7.417.000 17.266.500
1960-1969 7.561.000 24.827.500
La tendenza alla crescita si è interrotta
decisamente soltanto a partire dalla seconda metà degli anni '70.
Grande clamore ebbe nel 1903, in seguito ad un
incendio che aveva causato 83 morti, la sostituzione nella Metropolitana di
Parigi di materiali infiammabili o che producevano scintille, con manufatti
contenenti amianto, compresi i freni delle carrozze. Lo stesso avvenne nella
metropolitana di Londra e poi nel 1932 per la coibentazione del transatlantico
Queen Mary. Questi eventi furono molto reclamizzati tanto da indurre una
eccessiva confidenza con l'amianto fino a favorirne una massiccia diffusione in
scuole, ospedali, palestre, cinema oltre che in tutti i settori industriali.
In Italia, nella seconda metà degli anni '50, si
coibentarono con l'amianto le carrozze ferroviarie, fino ad allora isolate con
sughero.
Nel 1893 inizia in Austria la produzione del
cemento-amianto.
Nel 1912 un ingegnere italiano costruisce per primo
una macchina per la produzione di tubi in cemento-amianto. La produzione e
l'uso di manufatti in cemento-amianto per l'edilizia sono aumentati fino ad
alcuni anni fa.
F. Carnevale e E. Chellini, "Amianto. Miracoli, virtù, vizi ", ed. Tosca, Firenze 1992.
(amianto
bianco)
Mg3Si2O5(OH)4
Dal
greco: fibra d'oro
Ca2(Mg,Fe)5Si8O22(OH)2
Dal greco: pietra raggiata
Ca2Mg5Si8O22(OH)2
Dal
nome della Val Tremola in Svizzera
(Mg,Fe)7Si8O22(OH)2
Dal
greco: garofano
(amianto
bruno)
(Mg,Fe)7Si8O22(OH)2
Acronimo di "Asbestos Mines of South
Africa"
Nome
commerciale dei minerali grunerite e cummingtonite
(amianto
blu)
Na2(Mg,Fe)7Si8O22(OH)2
Dal
greco: fiocco di lana
Varietà
fibrosa del minerale riebeckite
L'amianto è un materiale usato comunemente laddove
sia necessario un assorbimento acustico e/o un isolamento termico.
L'assorbimento acustico è un fenomeno fisico che
avviene tutte le volte che un'onda sonora colpisce un corpo solido. La
riflessione dell'onda sarà tanto minore quanto più soffice e poroso sarà il
solido. Per svolgere questa funzione l'amianto viene applicato a spruzzo su
pareti o soffitti dove forma uno strato soffice di alcuni centimetri. Nei
locali così trattati proviamo una sensazione acustica di ovattamento dei suoni,
i rumori sono meno intensi e la comprensione della parola non è compromessa da
echi acustici.
Questo tipo di impiego è adesso vietato dalla legge
ma in passato i soffitti di molte scuole sono stati spruzzati con amianto.
Altri ambienti che hanno subito lo stesso tipo di trattamento sono palestre,
piscine, mense, ospedali, stazioni delle metropolitane, ecc.
L'isolamento termico è una proprietà fisica di
alcuni materiali e consiste nell'opporre una notevole resistenza al passaggio
del calore. L'amianto è un ottimo termoisolante e per questo viene sfruttato
tecnologicamente laddove si desideri contenere il calore, ad esempio per
fasciare tubazioni, per il trasporto del vapore, per isolare caldaie e forni.
Le caratteristiche dell'amianto hanno fatto sì che
nel passato sia stato largamente utilizzato nell'industria, nell'edilizia ed in
molti prodotti di uso domestico.
Esistono pochi materiali diffusi come l'amianto e
altrettanto pericolosi per la salute dell'uomo. Mentre la conferma della
cancerogenicità dell'amianto risale agli anni '50 e '60, il divieto totale di
produzione di tale materiale interviene effettivamente nel 1994 con la legge
257/92.
Si riporta
sistematicamente l'utilizzo nei vari settori:
Nell'industria:
1.come materia prima per produrre
innumerevoli manufatti ed oggetti;
2.come isolante termico nei cicli industriali
con alte temperature (es. centrali termiche e termoelettriche, industria
chimica, siderurgica, vetraria, ceramica e laterizi, alimentare, distillerie,
zuccherifici, fonderie);
3.come isolante termico nei cicli industriali
con basse temperature (es.impianti frigoriferi, impianti di condizionamento);
4.come isolante termico e barriera antifiamma
nelle condotte per impianti elettrici;
5.come materiale fonoassorbente.
Nell'edilizia:
1.come materiale spruzzato per il
rivestimento (ad es. di strutture metalliche, travature) per aumentare la
resistenza al fuoco;
2.nelle coperture sotto forma di lastre piane
o ondulate, tubazioni e serbatoi, canne fumarie, ecc.. in cui l'amianto è stato
inglobato nel cemento per formare il cemento-amianto (eternit);
3.come elementi prefabbricati sia sottoforma
di cemento-amianto che amianto friabile;
4.nella preparazione e posa in opera di
intonaci con impasti spruzzati e/o applicati a cazzuola;
5.nei pannelli per controsoffittature;
6.nei pavimenti costituiti da vinil-amianto
in cui tale materiale è mescolato a polimeri;
7.come sottofondo di pavimenti in linoleum.
In ambito
domestico:
1.in alcuni elettrodomestici (ad es.
asciuga-capelli, forni e stufe, ferri da stiro);
2.nelle prese e guanti da forno e nei teli da
stiro;
3.nei cartoni posti in genere a protezione
degli impianti di riscaldamento come stufe, caldaie, termosifoni, tubi di
evacuazione fumi.
Nei mezzi
di trasporto:
1.nei freni;
2.nelle frizioni;
3.negli schermi parafiamma;
4.nelle guarnizioni;
5.nelle vernici e mastici
"antirombo";
6.nella coibentazione di treni, navi e
autobus.
approfondimento
Le eccellenti proprietà fisico-chimiche dell'amianto
in passato ne hanno favorito un impiego massiccio sia nell'industria che
nell'edilizia che in molti prodotti anche di uso comune.
La fibra grezza veniva lavorata per ottenere vari
prodotti adattabili a molteplici usi.
Nel tempo, però, tale materiale si è rivelato nocivo
per la salute dell'uomo ed i danni che esso provoca sono ormai ben noti.
L'esposizione a fibre di amianto è responsabile di
patologie gravi ed irreversibili, tra le quali anche il cancro.
E' sulla base della pericolosità di questa sostanza
per la salute dell'uomo e dell'ambiente che lo Stato Italiano ha promulgato la
Legge n. 257 del 27 marzo 1992 che ne detta le norme per la cessazione
dell'impiego e per il suo smaltimento controllato.
Questa legge prevede oltre al divieto di estrazione,
importazione-esportazione, commercializzazione anche quello di produzione di
amianto.
Stante quest'ultimo divieto, si presume che tale
tipologia di attività non venga attualmente più esercitata sul territorio
nazionale ma sia da ricondursi al passato.
Si trattano di seguito gli impieghi che ne sono
stati fatti:
Dalla
tessitura
si ottenevano:
- CORDE, NASTRI e GUAINE utilizzati
per fasciare tubazioni calde ed evitare ustioni, per rivestire cavi elettrici
vicini a sorgenti di calore intenso come forni, caldaie, ecc.
- TESSUTI per confezionare tute
protettive antifuoco da destinarsi a pompieri, operai dell'industria siderurgica
e persino a piloti di auto da corsa, coperte spegnifiamma e tende per il
contenimento del calore dei forni a tunnel. Venivano, inoltre, prodotti
materassi con l'esterno in tessuto e l'interno in fibra grezza; fortunatamente
non per dormirci sopra, ma per coibentare le grandi caldaie a vapore delle
vecchie navi. Alcuni sipari da teatro sono stati tessuti con amianto.
Dalla
pressatura
si ottenevano:
- CARTA e CARTONI utilizzati come
barriere antifiamma, come guarnizioni per forni o caldaie, come rivestimento di
piani d'appoggio per pezzi caldi di metallo o di vetro e come piani di appoggio
sui banchi di saldatura. I cartoni venivano impiegati all'interno di porte
tagliafuoco e all'interno delle pareti e delle porte delle casseforti.
- COPPELLE o PANNELLI di fibre grezze
compresse erano impiegati per la coibentazione di tubazioni che trasportano
vapore ad alta temperatura.
- FILTRI costruiti con carta di
amianto, o semplicemente con polvere compressa, hanno avuto un largo uso
nell'industria chimica ed alimentare; per molti anni sono stati utilizzati per
filtrare vino e bibite. Nelle bevande così trattate si potevano ritrovare
numerose fibre di amianto.
Dall'impasto
con altri materiali si ottenevano:
- AMIANTO A SPRUZZO. Questo tipo di
materiale è stato utilizzato:
* come isolante termico nei cicli industriali con
alte temperature (es. centrali termiche e termoelettriche, industria chimica,
siderurgica, vetraria, ceramica e laterizi, alimentare, distillerie,
zuccherifici, fonderie);
* come isolante termico nei cicli industriali con
basse temperature (es. impianti frigoriferi, impianti di condizionamento);
* come isolante termico e barriera antifiamma nelle
condotte per impianti elettrici. E' stato impiegato, inoltre, nel settore dei
trasporti per la coibentazione di carrozze ferroviarie, di navi, di autobus,
ecc...
- MATERIALI DA ATTRITO. Dall'amianto impastato con resine sintetiche si ottenevano i ferodi, usati per fabbricare freni e frizioni degli autoveicoli. Durante le frenate e il cambio di marcia i ferodi si consumano, riducendosi in particelle che si disperdono nell'aria. Gran parte dell'amianto che vi era contenuto, per effetto dell'alta temperatura causata dall'attrito, si denaturava ma una certa quantità rimaneva tale e quale. L'usura dei ferodi è una delle cause dell'inquinamento da amianto dell'atmosfera.
- CEMENTO-AMIANTO. Vedi uso dell'amianto in
edilizia.
- VINIL-AMIANTO. Impasto di resine
sintetiche e amianto, utilizzato per confezionare mattonelle per pavimenti. Il
rilascio di fibre da questo materiale è praticamente nullo durante il normale
uso.
NELL'EDILIZIA
L'amianto è stato largamente impiegato anche in
edilizia.
L'utilizzazione più diffusa è stata certamente
quella dell'impasto dell'amianto con cemento, comunemente detto Eternit.
Con l'Eternit era possibile realizzare numerosi
manufatti quali:
LASTRE PIANE O ONDULATE
Le lastre ondulate venivano utilizzate per coperture
di edifici industriali e civili e anche prefabbricati. Le lastre piane, in
particolare, erano impiegate come pareti divisorie non portanti. Durante la
fabbricazione potevano essere accoppiate con elementi quali schiume
poliuretaniche, polistirolo espanso o lana di vetro. L'accoppiamento di questi
materiali moltiplicava le proprietà termoisolanti e fonoisolanti.
TUBI
Lo stesso impasto di cemento-amianto (spesso però
con alti tenori in crocidolite), essendo resistente all'alta pressione e
all'attacco corrosivo di agenti chimici, era adatto alla fabbricazione di
tubazioni per acquedotti o fognature.
TEGOLATURE
L'amianto è stato utilizzato in miscele di
calcestruzzo per conferire alle tegole leggerezza e resistenza. Potevano essere
colorate per dare ai tetti l'aspetto tradizionale.
CANNE FUMARIE
I tubi di Eternit erano molto usati grazie alla loro buona resistenza termica.
SERBATOI
Erano impiegati per le caratteristiche di
leggerezza, impermeabilità e durata nel tempo, per contenere acqua e altri
liquidi.
INTONACI
L'amianto in polvere, mescolato con leganti
particolari, è stato usato per intonaci e stucchi. L'applicazione, oltre che poter
essere effettuata come la malta tradizionale, poteva essere fatta anche a
spruzzo, ad esempio per il rivestimento di strutture portanti quali solai e
pilastri. Sotto questa forma gli intonaci acquistavano particolari proprietà
fonoassorbenti e di resistenza al fuoco. Strutture metalliche di edifici (travi
e colonne) sono state rivestite con amianto spruzzato affinchè queste
conservassero la loro robustezza in caso di incendi.
L'amianto è stato utilizzato negli ultimi cinquanta
anni nella produzione di vari oggetti di comune uso domestico. E' ancora oggi
possibile ritrovare dell'amianto nelle nostre case, ad esempio:
- in alcuni elettrodomestici, all'interno di taluni
tipi di asciugacapelli, forni e stufe da riscaldamento;
- in alcuni utensili da cucina, in prese e guanti da
forno, in teli da stiro e reticelle frangifiamma;
- in cartoni di amianto posti dietro le stufe per
proteggere il muro.
Con l'andare del tempo questi oggetti,che possono
ancora essere presenti nelle nostre case, si deteriorano e possono disperdere
fibre nell'ambiente.
Anche la plastica di alcuni giocattoli è stata
rinforzata, in passato, con amianto; questo tipo di impiego è anch'esso oggi
vietato per legge.
La Legge 915/88 imponeva l'obbligo di segnalare con
l'etichetta "a" la presenza di amianto nei manufatti, allo scopo di
informare i consumatori sulla scelta dei prodotti e sui modi di manipolarli.
Oggi ciò non si verifica più stante il divieto di
produzione di prodotti con presenza di amianto. Tuttavia, in oggetti prodotti
prima del 1992, è possibile riscontrarla. Attualmente serve, inoltre, per
segnalare la presenza di rifiuti contenenti amianto.
In passato l'amianto
è stato impiegato in:
- adesivi e collanti
- tessuti ignifughi
per arredamento:
tendaggi
tappezzerie
- tessuti per
imballaggio:
sacchi per la posta
- tessuti per
abbigliamento ignifughi e non:
feltri per cappelli
cachemire sintetico
coperte
grembiuli
giacche
pantaloni
ghette
stivali
- carta e cartone:
filtri per purificare
bevande, acidi, ecc.
filtri di sigarette e
da pipa
assorbenti igienici
interni
supporti per
deodoranti da ambiente
suolette interne da
scarpe
- nei teatri:
sipari
scenari che simulano
la neve
per protezione in
scene con fuoco
per simulare la polvere
sulle ragnatele, su vecchi barili, ecc.
- sabbia artificiale
per giochi dei bambini
- trattamento del
riso per il mercato giapponese
Potenziale approssimativo di rilascio di fibre da materiali contenenti amianto (MCA)
La potenziale pericolosità dei materiali di amianto dipende dall'eventualità che siano rilasciate nell’ambiente fibre aerodisperse che possono venire inalate. Il criterio più importante da valutare in tal senso è rappresentato dalla friabilità dei materiali: si definiscono friabili i materiali che possono essere sbriciolati o ridotti in polvere mediante la semplice pressione delle dita. I materiali friabili possono liberare fibre spontaneamente per la scarsa coesione interna (soprattutto se sottoposti a fattori di deterioramento quali vibrazioni, correnti d'aria, infiltrazioni di acqua) e possono essere facilmente danneggiati nel corso di interventi di manutenzione, se sono collocati in aree accessibili.
In base alla friabilità, i materiali contenenti
amianto possono essere classificati come:
Friabili: materiali che possono essere facilmente
sbriciolati o ridotti in polvere con la semplice pressione manuale;
Compatti: materiali duri che possono essere
sbriciolati o ridotti in polvere solo con l'impiego di attrezzi meccanici
(dischi abrasivi, frese, trapani, ecc...).
Nella tabella sottostante sono schematicamente
indicati i principali materiali che possono essere presenti negli edifici, con
le loro caratteristiche di contenuto in amianto e friabilità.
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Tipo di materiale
Ricoperture a spruzzo e rivestimenti isolanti
Note
Fino all'85% circa di amianto. Spesso Anfiboli
(amosite, crocidolite), prevalentemente Amosite spruzzata su strutture portanti
di acciaio o su altre superfici come isolanti termo-acustici
Friabilità
Elevata
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Tipo di materiale
Rivestimenti isolanti di tubazioni o caldaie
Note
Per rivestimenti di tubazioni tutti i tipi di
amianto, talvolta in miscela al 6-10% con silicati di calcio. In tele, feltri,
imbottiture in genere al 100%
Friabilità
Elevato potenziale di rilascio di fibre se i
rivestimenti non sono ricoperti con strato sigillante uniforme e intatto
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Tipo di materiale
Funi, corde e tessuti
Note
In passato sono stati usati tutti i tipi di amianto.
In seguito solo Crisotilo al 100%
Friabilità
Possibilità di rilascio di fibre quando grandi
quantità di materiali vengono immagazzinati
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Tipo di materiale
Cartoni, carte e prodotti affini
Note
Generalmente solo Crisotilo al 100%
Friabilità
Sciolti e maneggiati, carte e cartoni, non avendo
una struttura molto compatta, sono soggetti a facili abrasioni ed a usure
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Tipo di materiale
Prodotti in amianto-cemento
Note
Attualmente il 10-15% di amianto in genere
Crisotilo. Crocidolite e Amosite si ritrovano in alcuni tipi di tubi e di
lastre
Friabilità
Possono rilasciare fibre se abrasi, segati,
perforati o spazzolati, oppure se deteriorati
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Tipo di materiale
Prodotti
bituminosi, mattonelle di vinile con intercapedini di carta di amianto,
mattonelle e pavimenti vinilici, PVC e plastiche rinforzate ricoprimenti e
vernici, mastici, sigillanti, stucchi adesivi contenenti amianto
Note
Dallo 0,5 al 2% per mastici, sigillanti, adesivi, al
10-25% per pavimenti e mattonelle vinilici
Friabilità
Improbabile rilascio di fibre durante l'uso normale.
Possibilità di rilascio di fibre se tagliati, abrasi o perforati
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Decreto Ministero della Sanità, 6 settembre 1994:
"Normative e metodologie tecniche per la valutazione del rischio, il controllo, la manutenzione e la bonifica dei materiali contenenti amianto presenti nelle strutture edilizie".
Le sue conseguenze sulla salute e sull'organismo
L'amianto rappresenta un pericolo per la salute a
causa delle fibre di cui è costituito
che possono essere presenti in ambienti di lavoro e di vita e,
conseguentemente, possono essere inalate.
Il rilascio di fibre nell'ambiente può avvenire o in
occasione di una loro manipolazione/lavorazione o spontaneamente, come nel caso
di materiali friabili, usurati o sottoposti a vibrazioni, correnti d'aria,
urti, ecc.
L'esposizione a fibre di amianto è associata a
malattie dell'apparato respiratorio (asbestosi,
carcinoma polmonare) e delle membrane sierose, principalmente la pleura (mesoteliomi).
Esse insorgono dopo molti anni dall'esposizione: da
10 - 15 per l'asbestosi ad anche 20
- 40 per il carcinoma polmonare ed
il mesotelioma.
L'asbestosi è una patologia cronica, ed
è quella che per prima è stata correlata all'inalazione di amianto.
Essa consiste in una fibrosi con ispessimento ed
indurimento del tessuto polmonare con conseguente difficile scambio di ossigeno
tra aria inspirata e sangue.
Si manifesta per esposizioni medio-alte ed è,
quindi, tipicamente una malattia professionale che, attualmente, è sempre più
rara.
Il carcinoma
polmonare
si verifica anche per esposizioni a basse dosi.
Questa grave malattia è causata anche da: fumo di sigarette, cromo, nichel, materiali radioattivi, altri inquinanti ambientali (idrocarburi aromatici di provenienza industriale, derivati del catrame, gas di scarico dei motori).
Il fumo di sigarette potenzia enormemente l'effetto cancerogeno dell'amianto e quindi aumenta fortemente la probabilità di contrarre tale malattia.
Il mesotelioma è un tumore raro, della
membrana di rivestimento del polmone (pleura) o dell'intestino (peritoneo), che
è fortemente associato alla esposizione a fibre di amianto anche per basse
dosi.
Sono state descritte, inoltre, patologie al tratto
gastrointestinale e alla laringe per le quali l'associazione con l'asbesto è
più debole e resta da stabilire in via definitiva una sicura dipendenza.
Le esposizioni negli ambienti di vita, in generale,
sono di molto inferiori a quelle professionali, pur tuttavia non
sono da sottovalutare perchè l'effetto neoplastico non ha, teoricamente, valori
di soglia.
Dati epidemiologici sui mesoteliomi
(fonte: Istituto Superiore di Sanità, 1996)
Il tumore maligno della pleura (mesotelioma
pleurico), è un tumore raro. L'incidenza annuale, stimata nel 1990, è di circa
15 casi per milione negli uomini e 2 casi per milione nelle donne.
La comparsa di questa patologia è tipicamente
correlata ad una pregressa esposizione ad amianto che, nella maggior parte dei
casi (>60%), è di origine professionale. Nei lavoratori esposti, infatti,
l'incidenza di tale neoplasia è da 100 a 1000 volte più grande rispetto ai non
esposti.
Non tutti i tipi di amianto hanno la stessa capacità
di indurre il tumore: è massima per le fibre di crocidolite e gli anfiboli e
per le miscele di anfiboli più crisotilo.
Analogamente a quanto sta succedendo in altri Paesi
industrializzati, anche in Italia negli ultimi anni questi tumori stanno
aumentando (vedi I.S.S. 1996). Il numero di decessi annui è passato da 375 nel
1970 a 826 nel 1990.
Nel quinquennio dal 1988 al 1992 il numero totale di morti per mesotelioma in Italia è stato di 2700 nella popolazione maschile e 1519 in quella femminile, con una incidenza nettamente maggiore nella popolazione maschile delle regioni Liguria, Lombardia, Piemonte e Friuli Venezia Giulia.
La distribuzione geografica dei casi di mesotelioma
rispecchia in buona parte quella di alcuni settori produttivi a maggior rischio
di esposizione all'amianto: l'industria navalmeccanica e l'attività portuale,
la produzione di manufatti in cemento-amianto, le raffinerie.
E' presumibile che nei prossimi anni questi numeri
non diminuiranno anche se non è facile stimare con precisione quanti saranno i
decessi dovuti all'esposizione ad asbesto. Si ricordi, tra l'altro, che
l'asbesto è anche una causa dei tumori del polmone.
Si
distinguono almeno due approcci al rischio:
AMBIENTI DI VITA
Differiscono per:
·>ambito
normativo
·>metodologie
di misura (microscopia ottica o elettronica)
·>livelli di
accettabilità
·>provvedimenti
di prevenzione
·>mezzi di
protezione
AMBIENTI
DI LAVORO:
La esposizione occupazionale a fibre di amianto ha
avuto grande importanza in passato quando le cautele previste dalla recente
normativa di origine comunitaria (D.Lgs. 277/91) non erano ancora operanti e
tale esposizione era semplicemente considerata nell'ambito di quelle a polveri
nocive prevista dal DPR 303/55. Come valori di riferimento venivano utilizzati,
quindi, i Valori Limite di Soglia (TLV) adottati dalla ACGIH.
La direttiva europea recepita in Italia con il
D.Lgs. 277/91 e la Legge 257/92 hanno introdotto livelli di soglia più restrittivi
rispetto a quelli dell'ACGIH. Per il crisotilo, ad esempio, il TLV ACGIH è
stato mantenuto a 2 ff/cc anche per il 1997 (sia pure con la notazione A1:
cancerogeno certo per l'uomo) mentre in Italia tale valore dal 1992 è di 0,6
ff/cc con livello di azione di 0,1 ff/cc.
La stima e la conoscenza delle esposizioni passate
sono oggi estremamente importanti poichè i tempi di latenza di alcune patologie
da amianto sono molto lunghi, anche diverse decine di anni. Tutto ciò rende
estremamente preziosi i dati di esposizione di mansioni lavorative ora non più
attuali.
A seguito della entrata in vigore della Legge 257/92, le lavorazioni con amianto come materia prima e quindi l'esposizione degli addetti in tali ambiti sono praticamente scomparse. Rimane, però, ancora l'esposizione di lavoratori in quelle attività che prevedono la rimozione, la bonifica e lo smaltimento. Gli ambienti di lavoro più significativi per presenza di amianto sono ora i cantieri temporanei, nel caso di bonifiche di edifici, o semipermanenti, nel caso di rimozione di amianto da mezzi di trasporto come le carrozze ferroviarie, le navi, ecc....
Apposite norme tecniche definiscono i criteri di
allestimento e conduzione di questi cantieri con un approccio di protezione
dalle fibre di amianto che prevede contemporaneamente:
·>l'incapsulamento con
prodotti vernicianti/impregnanti dei materiali contenenti amianto;
·>la massima protezione
delle vie respiratorie degli addetti con dispositivi di protezione individuale
(DPI) adeguati;
·>la costante rimozione
dell'inquinante mediante aspirazione ed espulsione dell'aria all'esterno dei
cantieri previa filtrazione assoluta.
La valutazione del rischio si effettua con una
metodica consolidata (anche se mostra qualche limite per le basse esposizioni),
prevista dal Decreto 277/91, basata sul prelievo di aria confinata in zona
respiratoria del lavoratore. Le fibre aerodisperse sono campionate con pompa
portatile e membrana filtrante; l'analisi avviene mediante il conteggio delle
fibre depositate sulla membrana utilizzando il microscopio ottico in contrasto
di fase a 500 ingrandimenti. Il risultato dell'analisi si esprime in n° di
fibre per millilitro d'aria. Ai fini del conteggio si considerano solo le fibre
più lunghe di 5 micron, con diametro inferiore a 3 micron e con rapporto di
allungamento superiore a 3: esse vengono definite fibre regolamentate - FR
(OMS, 1987) .
Di
seguito sono riportate alcune esemplificazioni di esposizioni personali
valutate con i criteri suesposti.
Rimozione coperture di
cemento-amianto non trattate e a secco
0,03
- 0,3 ff/ml media 8 ore 0,2
ff/ml
Rimozione coperture di
cemento-amianto con trattamento
0,01
- 0,08 ff/ml media 8 ore 0,02
ff/ml
Addetti alla produzione
vetro
media
8 ore 0,3 ff/ml
Fustellatura guarnizioni
media
8 ore 0,2 ff/ml
Smontaggio freni
0,2
- 2 ff/ml
Scoibentazione di amianto
friabile
0,6
- 2 ff/ml
AMBIENTI DI VITA
Per moltissimi anni il rischio di esposizione a
fibre di amianto è stato considerato importante solo per i lavoratori dell'amianto
e soltanto nell'ultimo dopoguerra l'attenzione si è spostata prima su
esposizioni non professionali, ma indirettamente collegate al lavoro, (es.
familiari di lavoratori addetti ad attività con presenza di amianto o aree
interessate ad immissioni da stabilimenti produttivi) quindi sulla possibilità
di considerare l'amianto un contaminante ambientale normalmente presente nelle
aree antropizzate.
Sulla base di queste considerazioni sono stati
emanati, oltre alla Legge 257/92, alcuni decreti applicativi che hanno
l'obiettivo di gestire il potenziale rischio derivato dalla presenza di amianto
in edifici, manufatti e coperture.
Pur essendo il rischio causato dall'esposizione ad
amianto nella popolazione di più difficile valutazione rispetto a quello professionale,
si sono affermati alcuni punti ritenuti prioritari da considerare nella analisi
del rischio.
In particolare:
- è stabilita una netta differenza tra l'amianto
friabile (ovvero l'amianto libero o tessuto o spruzzato o steso a cazzuola con
leganti deboli) e l'amianto in matrice compatta (ovvero il cemento-amianto in
buono stato di conservazione, il vinil-amianto, ecc..) considerando il primo di
gran lunga più pericoloso per la facile tendenza alla frantumazione
(sbriciolamento) e conseguente possibile dispersione in atmosfera di fibre
libere;
- la determinazione della concentrazione di fibre
aerodisperse si effettua con prelievi su membrana e conteggi in microscopia
elettronica a scansione (SEM). Può essere anche utilizzata la microscopia elettronica
a trasmissione (TEM) attualmente adottata in Nord America;
- viene data precedenza agli interventi di
protezione per gli occupanti di edifici quali scuole di ogni ordine e grado ed
ospedali (Circolare n° 45/86 del Ministero della Sanità);
- non sono considerati importanti comparti
ambientali diversi dall'atmosfera, pertanto l'amianto non è considerato
rilevante tra gli inquinanti di tipo alimentare o del sottosuolo. Ad esempio
per quanto riguarda la presenza di fibre di amianto nell'acqua potabile
trasportata in tubi di cemento-amianto, studi a livello internazionale
affermano non esservi una chiara evidenza di associazione tra eccesso di tumori
gastrointestinali e consumo di tale acqua.
I dati riportati nella letteratura scientifica,
peraltro non molto omogenei in riferimento ai metodi di campionamento e analisi
impiegati, evidenziano concentrazioni di fibre aerodisperse estremamente
variabili che vanno da valori di 0,0001 ff/l in aria ambiente fino a 50 - 100
ff/l in ambienti confinati con amianto friabile degradato (dati riferiti a
misure in microscopia elettronica).
Sono esposizioni, in generale, non paragonabili a
quelle professionali tuttavia non sono da sottovalutare perchè:
- per il rischio neoplastico non vi sono
teoricamente valori di soglia;
-
le fibre inalate nel tempo si accumulano nell'organismo e accrescono
progressivamente il rischio
(probabilità) di provocare danni (soprattutto gli anfiboli);
- tra la popolazione esposta sono compresi anche i
bambini (che eventualmente occupano una scuola con amianto): essi hanno una
lunga aspettativa di vita ed hanno perciò più possibilità di sviluppare il
tumore;
- l'esposizione "civile" è una esposizione
vera poichè normalmente gli occupanti di un edificio con amianto non indossano
mezzi di protezione delle vie respiratorie, a differenza dei soggetti
professionalmente esposti.
Indicazioni per il campionamento di materiale "sospetto" per presenza di amianto (MCA)
I
materiali da campionare vanno selezionati in modo prioritario fra quelli che
presentano:
>friabilità
e cattivo stato di conservazione;
>facile
accesso o mancanza di confinamenti e/o rivestimenti;
>suscettibilità
di facile danneggiamento e conseguente possibilità di rilascio di fibre
nell'ambiente;
>possibilità
di frequenti manomissioni;
>frequenti
interventi di manutenzione.
In
relazione alla situazione specifica, le modalità e le precauzioni da adottare
sono le seguenti:
1.
adozione di adeguati dispositivi di protezione individuale - DPI (maschera per
polveri -facciale filtrante P3, tuta in tyvek, guanti monouso);
2.
prelievo da punti o zone già lesionate;
3.
preliminare bagnatura mediante spruzzetta con acqua;
4.
impiego di strumenti manuali (pinze, tenaglie, forbici);
5.
prelievo di una piccola aliquota di materiale sufficientemente rappresentativa
(5 cmq/ 10 gr);
6.
inserimento immediato del campione in una doppia busta di plastica
ermeticamente sigillabile;
7.
riparazione con adeguati sigillanti del punto di prelievo (vernice spray);
8.
registrazione dati del prelievo: data, luogo, ubicazione;
9.
trasmissione del campione e dei dati al laboratorio analisi chimiche.
I
metodi di bonifica che possono essere attuati, sia nel caso di interventi
circoscritti ad aree limitate dell'edificio, sia nel caso di interventi
generali, sono:
3a) Rimozione dei materiali di amianto
E' il procedimento più diffuso perchè elimina ogni
potenziale fonte di esposizione ed ogni necessità di attuare specifiche cautele
per le attività che si svolgono nell'edificio. Comporta un rischio estremamente
elevato per i lavoratori addetti e per la contaminazione dell'ambiente; produce
notevoli quantitativi di rifiuti tossici e nocivi che devono essere
correttamente smaltiti. E' la procedura che comporta i costi più elevati ed i
più lunghi tempi di realizzazione. In genere richiede l'applicazione di un
nuovo materiale, in sostituzione dell'amianto rimosso.
3b)
Incapsulamento
Consiste nel trattamento dell'amianto con prodotti
penetranti o ricoprenti che (a seconda del tipo di prodotto usato) tendono ad
inglobare le fibre di amianto, a ripristinare l'aderenza al supporto, a
costituire una pellicola di protezione sulla superficie esposta. Costi e tempi
dell'intervento risultano più contenuti. Non richiede la successiva
applicazione di un prodotto sostitutivo e non produce rifiuti tossici. Il
rischio per i lavoratori addetti e per l'inquinamento dell'ambiente è
generalmente minore rispetto alla rimozione. E' il trattamento di elezione per
i materiali poco friabili di tipo cementizio. Il principale inconveniente è
rappresentato dalla permanenza nell'edificio del materiale di amianto e dalla
conseguente necessità di mantenere un programma di controllo e manutenzione.
Occorre inoltre verificare periodicamente l'efficacia dell'incapsulamento, che
col tempo può alterarsi o essere danneggiato, ed eventualmente ripetere il
trattamento. L'eventuale rimozione di un materiale di amianto precedentemente
incapsulato è più complessa, per la difficoltà di bagnare il materiale a causa
dell'effetto impermeabilizzante del trattamento. Inoltre, l'incapsulamento può
alterare le proprietà antifiamma e fonoassorbenti del rivestimento di amianto.
Il lavoro deve essere eseguito e certificato in conformità a quanto previsto
dal DM 20/08/1999.
3c)
Confinamento
Consiste nell'installazione di una barriera a tenuta
che separi l'amianto dalle aree occupate dell'edificio. Se non viene associato
ad un trattamento incapsulante, il rilascio di fibre continua all'interno del
confinamento. Rispetto all'incapsulamento, presenta il vantaggio di realizzare
una barriera resistente agli urti. E' indicato nel caso di materiali facilmente
accessibili, in particolare per bonifica di aree circoscritte (ad es. una
colonna). Non è indicato quando sia necessario accedere frequentemente nello
spazio confinato. Il costo è contenuto se l'intervento non comporta lo
spostamento dell'impianto elettrico, termoidraulico, di ventilazione, ecc.
Occorre sempre un programma di controllo e manutenzione in quanto l'amianto
rimane nell'edificio; inoltre la barriera installata per il confinamento deve
essere mantenuta in buone condizioni.
3d) Indicazioni
per la scelta del metodo di bonifica
A scopo orientativo possono essere formulate le seguenti indicazioni:
I) un intervento di
rimozione spesso non costituisce la migliore soluzione per ridurre
l'esposizione ad amianto. Se viene condotto impropriamente può elevare la
concentrazione di fibre aerodisperse, aumentando, invece di ridurre, il rischio
di malattie da amianto;
II) materiali accessibili,
soprattutto se facilmente danneggiabili, devono essere protetti da un idoneo
confinamento;
III) prima di scegliere un
intervento di incapsulamento deve essere attentamente valutata l'idoneità del
materiale di amianto a sopportare il peso dell'incapsulante. In particolare
trattamenti incapsulanti non sono indicati:
*nel caso di materiali molto friabili o che
presentano scarsa coesione interna o adesione al substrato, in quanto
l'incapsulante aumenta il peso strutturale aggravando la tendenza del materiale
a delaminarsi o a staccarsi dal substrato;
*nel caso di materiali friabili di spessore elevato
(maggiore di 2 cm), nei quali il trattamento non penetra molto in profondità e
non riesce quindi a restituire l'adesione al supporto sottostante.
Per contro l'aumento di peso può facilitare il
distacco dell'amianto;
*nel caso di infiltrazioni di acqua: il trattamento
impermeabilizza il materiale così che si possono formare internamente raccolte
di acqua che appesantiscono il rivestimento e ne disciolgono i leganti,
determinando il distacco;
*nel caso di materiali facilmente accessibili, in
quanto il trattamento forma una pellicola di protezione scarsamente resistente
agli urti. Non dovrebbe essere mai effettuato su superfici che non siano almeno
a 3 metri di altezza, in aree soggette a frequenti interventi di manutenzione o
su superfici, a qualsiasi altezza, che possano essere danneggiate da attrezzi
(es. soffitti delle palestre);
*nel caso di installazioni soggette a vibrazioni
(aeroporti, locali con macchinari pesanti, ecc.): le vibrazioni determinano il
rilascio di fibre anche se il materiale è stato incapsulato;
IV) tutti i metodi di
bonifica alternativi alla rimozione presentano costi minori a breve termine. A
lungo termine, però il costo aumenta per la necessità di controlli periodici e
di successivi interventi per mantenere l'efficacia e l'integrità del
trattamento. Il risparmio economico (così come la maggiore rapidità di
esecuzione), rispetto alla rimozione, dipende prevalentemente dal fatto che non
occorre applicare un prodotto sostitutivo e che non vi sono rifiuti tossici da
smaltire. Le misure di sicurezza da attuare sono, invece, per la maggior parte
le stesse per tutti i metodi;
V) interventi di
ristrutturazione o demolizione di strutture rivestite di amianto devono sempre
essere preceduti dalla rimozione dell'amianto stesso.
Fonte: Decreto Ministero della Sanità, 6 settembre 1994
Leggi e norme
Restrizioni/divieti di
impiego
- Ordinanza Ministero
della Sanità 26/6/86:
Restrizioni sulla Crocidolite
- Circolare Ministero
della Sanità1/7/86 n° 42:
Tubazioni in Cemento Amianto
- Decreto del
Presidente della Repubblica 24/5/88 n° 215:
Divieto Crocidolite con deroghe
- Decreto Legislativo
15/8/91 n° 277:
Divieto uso amianto in alcune applicazioni
- Legge 27/3/92 n°
257:
Superamento dell'uso dell'amianto
Protezione dei lavoratori
- Decreto del
Presidente della Repubblica 30/6/65 n° 1124:
Assicurazione contro l'asbestosi
- Decreto
Ministeriale 18/4/73:
Obbligo denuncia dell'asbestosi
- Legge n° 780 del
27/12/75:
Revisione tabelle lavorazioni a rischio di asbestosi
- Decreto
Ministeriale 16/10/86 Ministero Industria - Ministero Sanità:
Monitoraggio del Rischio nelle attività estrattive dell'amianto
- Decreto Ministro
del Lavoro 21/1/87:
Visite periodiche ai lavoratori a rischio asbestosi
- Decreto Ministro
del Lavoro 20/6/88:
Premi assicurativi rischio asbestosi
- Decreto Legislativo
15/8/91 n° 277:
Protezione dei lavoratori dal rischio amianto
Prevenzione/Riduzione
inquinamento ambientale
- Decreto
Ministeriale 12/2/71:
Elenco industrie insalubri
- Decreto del
Presidente della Repubblica 10/9/82 n° 915:
Rifiuti tossoco-nocivi: amianto
- Delibera Comitato
Interministeriale:
Smaltimento rifiuti T/N di amianto
- Circolare 10/7/86
n° 45 Ministero della Sanità:
Amianto in scuole e ospedali
- Decreto Ministro
della Sanità 2/3/87:
Elenco industrie insalubri
- Decreto Ministro
dell'Ambiente 26/4/89:
Catasto rifiuti speciali
- Decreto del
Presidente del Consiglio dei Ministri 21/7/89:
Adeguamento emissioni in atmosfera
- Decreto Ministro
dell'Ambiente 12/7/90:
Valori di emissione in atmosfera
- Decreto del
Presidente dela Repubblica 8/8/94:
Piani di protezione, decontaminazione, smaltimento e bonifica dell'ambiente
- Decreto Ministro
della Sanità 5/9/94:
Elenco industrie insalubri
- Decreto Legislativo
17/3/95 n° 114:
Valori limite delle emissioni in atmosfera e negli effluenti liquidi
- Decreto Legislativo
5/2/97 n° 22:
Rifiuti (Decreto Ronchi)
- Circolare Regionale
Assessorato alla Sanità 7/12/93 n° 42 :
Rimozione di coperture in cemento-amianto
Decreti applicativi del
Decreto Legislativo 257/92
- Decreto Ministro
della Sanità 6/9/94:
Normative e metodologie tecniche per la valutazione del rischio, il controllo, la
manutenzione e la bonifica dei materiali contenenti amianto presenti nelle
strutture edilizie.
(Circolare esplicativa 12/4/95 n° 7)
- Decreto Ministro
della Sanità 26/10/95:
Normative e metodologie tecniche per la valutazione del rischio, il controllo, la
manutenzione e la bonifica dei materiali contenenti amianto nei mezzi rotabili.
- Decreto Ministro
della Sanità 14/5/96:
Normative e metodologie tecniche per gli interventi di bonifica, ivi compresi
quelli per rendere innocuo l'amianto, previsti dall'art. 5, comma 1, lettera f, della
legge 257/92:
Allegato 1: Siti dismessi
Allegato 2: Prefabbricati contenenti amianto
Allegato 3: Tubazioni e cassoni per acqua potabile
Allegato 4: Classificazione e utilizzo "Pietre Verdi"
Allegato 5: Requisiti minimi per laboratori analisi
- Decreto Ministro
della Sanità 20/08/1999:
Ampliamento delle normative tecniche per gli interventi di bonifica dell’amianto.
Allegato 1: Normative e metodologie per la rimozione di materiali contenenti amianto a bordo di navi.
Allegato 2: Rivestimenti incapsulanti per la bonifica di manufatti in cemento amianto.
Allegato 3: criteri di scelta dei dispositivi di protezione individuale per le vie respiratorie.
Tabella 1: diagramma di flusso del processo di scelta del metodo di bonifica dei manufatti contenenti amianto.
Tabella 2: attività di incapsulamento.
Per saperne di più :
1) Regione Emilia-Romagna, Servizio Prevenzione Collettiva, Assessorato alla Sanità, Depliant sul Censimento Regionale degli edifici pubblici, locali aperti al pubblico e di utilizzazione collettiva e dei blocchi di appartamenti con presenza di amianto friabile, stampato a cura dell'Azienda USL di Ravenna, 1996 .
2) Regione Veneto U.L.S.S. n. 15 Camposampiero-Cittadella (PD), "Rimozione Amianto", stampato in proprio.
3) Regione Lazio, Assessorato Sanità Igiene Ambiente, a cura di F. Cavariani e F. D'Orsi, "Rischio amianto in ambienti di vita e di lavoro", ed. I.G.E.R., Roma.
4) Azienda U.S.L. N.10 Zona città di Firenze, "Norme e procedure per i lavori di demolizione e di rimozione dell'amianto" , ed. IT.COMM., Firenze.
5) U.S.L. 26 S. Giovanni in Persiceto ( BO) e U.S.L. 30 Cento ( FE ), "Le demolizioni in edilizia: Esperienze e proposte per una attività non standardizzabile", stampato in proprio, 7 Novembre 1992.
6) A. Cristofolini ( Servizio di medicina del lavoro - Trento ) F. Cavariani ( USL VT/5 Civita Castellana) e U. Laureni ( USL 1 - Trieste ), "Amianto negli edifici Guida per il personale di manutenzione".
7) F. D'Orsi , A. Marconi ed E. Renna, "La bonifica delle coperture in amianto-cemento", ed. BE-MA, Milano, Maggio 1995.
8) Regione Lombardia, Settore Sanità e Igiene, Servizio Igiene Pubblica, "Amianto rischi, controllo e prevenzione", ed. Lombardia Risorse SPA, Milano, Giugno 1992.
9) F. Carnevale e E. Chellini, "Amianto. Miracoli, virtù, vizi ", ed. Tosca, Firenze 1992.
10) INAIL, "Piombo e Amianto Per saperne di più", ed. Tipolitografia INAIL, Milano, Maggio 1996.
11) USL 28 Bologna Nord, Servizio di Medicina Preventiva e Igiene del Lavoro, C. Giacomini, S. Mattioli, L. Magelli "Rischio Amianto: se lo conosci lo eviti", stampato a cura dell'E.B.E.R., Bologna, Novembre 1993.